domenica 10 febbraio 2013

La filosofia del "serial" nei pressi di Miano



Poiché nei pressi di Miano discettiamo di filosofia anche su richiesta e soprattutto a pagamento e visto che l’argomento ci sembrava culturalmente adeguato alla nostra preparazione scientifica abbiamo deciso di analizzare (dove per analizzare spero di non dover più spiegare a cosa mi riferisco) le serie tv che a nostro avviso maggiormente hanno influito sul degrado culturale e psicofisico della nostra generazione e di cui noi dei pressi di Miano ci sentiamo orgogliosamente dei validi portavoce. All’interno della vastità del meraviglioso mondo del serial, abbiamo sviscerato in maniera inadeguata due filoni fondamentali: uno medico-scientifico e uno prettamente al femminile.



Il filone medico-scientifico 

La malasanità negli Stati Uniti: ER – medici in prima linea e Dr House.

È chiaro che ER - medici in prima linea nasceva con il preciso intento di dare una collocazione spazio-temporale alle sopracciglia di George Clooney, alias Dr Ross, pediatra (che all'epoca non poteva permettersi l’estetista). Dr Ross, oltre che girare per i corridoi nel tentativo di organizzare uscite serali e aperitivi con le ostetriche e le infermiere, era impegnato in prima linea (da qui il titolo della serie) con una gran quantità di Milf che imbottivano appositamente i figli di barbiturici e ammoniaca nella speranza che Dr Ross gli palpasse il culo o per lo meno gli guardasse nella scollatura.
Ma lui aveva fatto il giuramento di Ippocrate ed era una brava persona, quindi non lo faceva. Salvo mettere incinta la capo sala di due gemelli e accettare il giorno dopo un lavoro in un’ altra città, in un altro Stato, in un altro continente. Quindi George lasciò la serie che perse di mordente in maniera definitiva. 






Sebbene ER abbia gettato le basi per una medicina alternativa e deprecabile, il vero Dottore in Tv, l’unico e il solo che abbia dato una validità scientifica e una botta di vita alle nostre ipocondrie il Giovedì sera, è lui, Dr House, medico internista, infettivologo, cardiologo, pediatra, ginecologo, dentista, oncologo (non come il suo migliore amico, che è uno scarso), podologo, fisioterapista, angiologo, frenologo, veterinario, tubista etc.
Per noi dei pressi di Miano è stato importante seguire questa serie perché non solo abbiamo scoperto l’importanza del lupus per gli americani, ma abbiamo potuto imparare che un bel giorno la tua lingua può cominciare a gonfiarsi senza motivo in un processo irreversibile e vivere di vita propria. Mentre in un ospedale normale o al Cardarelli ti avrebbero già sepolto vivo nella cappella di famiglia insieme alla lingua, Dr House non si arrendeva e dopo aver scartato il lupus a prescindere, mandava la sua equipe di medici giovani e scadenti in una specie di spedizione punitiva. Loro ti entravano in casa senza nessuna autorizzazione, si facevano i cazzi tuoi e a un certo punto sotto il lavandino del bagno, dietro ai tubi di scarico ci trovavano una muffa potente con all’interno il batterio lingua mors mortis che era la causa della lingua rigonfiata (così si scopriva che il paziente era un tubofilo che si chiudeva in bagno per accoppiarsi con i tubi di scarico) e chiaramente Dr House aveva l’antidoto che il più delle volte era una Vivin C , una siringa di Toradol o una fetta di pastiera. 
Ma il fascino di Dr House non era nelle sue capacità né nel fatto che zoppicava. Il vero fascino scaturiva dalla sua arroganza, dai suoi modi burberi, dal suo essere sopra le righe; insomma, dal fatto che era uno scostumato senza creanza. Ora, finché lo faceva al Princeton Plainsboro Teaching Hospital, va tutto bene, ma noi dei pressi di Miano abbiamo provato a immaginare Dottor House al Loreto Mare con una famiglia del Cavone. Il figlio più piccolo è malato,  Dr House mentre cerca la cura sfotte la nonna che piange per il nipote; lo fa davanti al padre del bambino che è un pluri-pregiudicato appena uscito con l’indulto o magari alla mamma che è 200 kg di femmina con i bicipiti di 50 cm di diametro e le zie che sono ancora più massicce della mamma. Dicevo, abbiamo provato a immaginare la scena e Dr. House è diventato improvvisamente un film di Quentin Tarantino. 






Di quello che è stato oltre Dr. House non vogliamo nemmeno parlare perché Grey’s Anatomy è scandaloso, l’ospedale di Seattle è una casa chiusa, i dottori non fanno altro che accoppiarsi dalla mattina alla sera manco i conigli e quando poi arriva al pronto soccorso uno che ha fatto un incidente e ha perso la materia grigia sul marciapiede e tre quarti del cervello, loro giustamente si aggiustano le mutande, si chiudono le cerniere e vogliono operarlo, che pure al Pellegrini sanno che è già clinicamente morto...e che cazzo!





Il filone al femminile: l'emancipazione 

Il filone dell’emancipazione al femminile nelle serie tv è affascinante e interessante quasi come seguire gli sviluppi della gravidanza di Belen su libero.it

Poiché quando si parla di emancipazione femminile nell’80% dei casi si tratta di un processo irrimediabilmente diretto verso il degrado della specie umana, noi dei pressi di Miano non potevamo lasciare nel dimenticatoio Brenda Walsh e le angherie che è stata costretta a sopportare pur di essere accettata da quell'anoressica, alcolizzata di Kelly Taylor.
Brenda si trasferisce dal Minnesota a Beverly Hills. Lei è un po’ triste, ma tutto sommato sta bene. Non scende neanche dalla macchina per scaricare i bagagli che Kelly è già ad attenderla in giardino per andare a fare shopping. Brenda vive il suo primo disagio: ho 16 anni non ho ancora la Mastercard Platinum. Neanche al Peach Pit Brenda è al sicuro: ordino un cheeseburger e poi non lo vomito? 
Il vero cataclisma si scatena quando Kelly viene a sapere che Brenda è ancora vergine. Non chiude occhio per settimane. Quando Brenda decide finalmente di far felice Kelly e di concedersi a Dylan senza volerlo, ovviamente lo fa con un preservativo scaduto quindi dopo qualche settimana è costretta a fare il test di gravidanza (Kelly all’epoca ne faceva già tre al mese) che esce negativo e che poi giustamente butta nel secchio della spazzatura della cucina in cui la madre fa la differenziata. È allora che Kelly perde ogni speranza e lascia perdere Brenda e il disperato tentativo di riprenderla dalle montagne verdi del Minnesota. 
Noi dei pressi di Miano siamo felici che Brenda Walsh sia rimasta la stessa di sempre anche se riconosciamo a Kelly Taylor il merito di averle fatto buttare i maglioni a collo alto con le renne. 





Da Kelly e Brenda a Sex and the city ne passano di zoccole sotto ai ponti, però sicuramente le avventure delle 4 tardone a Manhattan hanno segnato un punto di non ritorno decisivo per l’emancipazione della donna. Le quattro ragazze (sì, forse una volta) rappresentano, con la loro totale assenza di personalità, 4 modelli di femminilità devastata e che a nostro avviso giustificano il femminicidio e l’infibulazione di fronte a qualsiasi tribunale del Mondo. 

Carry: la borderline mantenuta. Carry scrive articoli sul sesso e le relazioni e con un unico pezzo in una rubrica settimanale può permettersi di fare shopping tutti i giorni da Chanel e Louis Vuitton. Noi sappiamo che Carry non ha nemmeno gli occhi per piangere ma guarda caso si innamora di Mister Big, un miliardario che la va a prendere in limousine, che la porta nei migliori ristoranti di New York, che le paga l’affitto. Lei vorrebbe farci credere che lo ama e che in nome del suo amore sopporta l’immaturità sentimentale di Mister Big e tutte le sofferenze che le procura ma noi sappiamo che senza Mister Big, Carry starebbe in un vascio nella Sanità e si comprerebbe i vestiti del veglione da H&M.

Samantha: la zoccola per antonomasia. Su Samantha c’è poco da dire. L’unica cosa che non capiamo è come possa essere arrivata a 50 anni senza contrarre l’Aids e la sifilide. Le piattole non le ha mai avute perché si rifiutano di averci a che fare.

Charlotte: la vaiassa dell’Upper East Side. Charlotte non è altro che Annarella di Gigi D’Alessio trapiantata nella New York bene. Lei vuole solo sposarsi con un professionista, avere una bella casa pulita, un cane, tre figlie e fa quello che ogni brava vrenzola fa non appena si sposa e  non deve più mettere da parte i soldi per sposarsi: licenziarsi.

Miranda: il quadro di lontananza. Miranda, con una brillante carriera da avvocato, è la moralizzatrice del gruppo, ovvero un cesso antipatico che ha sempre una parola acida per tutti. Lei si sente Giovanna D'Arco e vorrebbe il premio Nobel per la chimica perché fa quello che il 90% delle donne ormai fa: lavorare e pulire casa.


Le giornate (e le puntate) si svolgono tutte allo stesso modo:

Le 4 ragazze si vedono per colazione al bar e parlano di cazzi. 

Le 4 ragazze si vedono per pranzo al ristorante e parlano di cazzi.

Le 4 ragazze si vedono per cena al ristorante e parlano di cazzi. 


Noi dei pressi di Miano ancora non abbiamo capito come facciano ad avere sempre appetito con tutto quel parlare di cazzi a tavola. 



Sono molte le cose da dire e sono tantissimi gli interrogativi sconfortanti e senza risposta a cui ci portano le serie tv, come per esempio: 
Perché nelle serie quando parlano al telefono improvvisamente attaccano la cornetta senza salutarsi? Perché il Signor Sheffield che è miliardario, invece di assumere una tata qualificata per i suoi figli assume una sciampista che veste come una battona? 
Perché Dowson Leary non si suicida nella prima puntata? 
E soprattutto, Super Vichy che leggeva I Miserabili sfogliandolo in 40 secondi, qualcuno si è mai preso la briga di chiederle un riassunto della storia o di farle delle domande serie per vedere se l’avesse letto veramente? 

Niente. Interrogativi che non avranno mai risposta ma che ci rimandano ai soliti assiomi già postulati nei pressi di Miano: 

Gli americani sono tutti scemi. 

Gli americani sono tutti obesi.

Noi siamo peggio degli americani perché proviamo a imitarli.




(Post scritto in occasione della serata serial allo Spazio Torchio di Somma Vesuviana. Grazie a tutti i ragazzi del Torchio e in particolar modo a Daniela per essere andata avanti nonostante tutto, tutti e soprattutto il microfono)

1 commento:

  1. Shosanna Brà.
    Guarda pure in casa nostra, che di minchiate ne produciamo a iosa.

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