lunedì 15 luglio 2013

Tutto ciò che è Real(Time) è razionale - seconda parte. Lo Zeitgeist nei pressi di Miano


Poiché è facile perdersi nel lungo cammino della conoscenza e visto che a furia di pigliarsela in maniera inutile e controproduttiva solo con Calderoli  e con gli F35 uno pure impazzisce, abbiamo deciso di riprendere un vecchio discorso che probabilmente non sarà mai esaurito e che troppi ancora sottovalutano. 
Perché canale 31 è sempre lì, ed è pronto ad offrirvi la più vasta panoramica sui disagi mentali e fisici di questa società. Siete ancora in tempo (non come Nina Moric). 

Di seguito una brevissima panoramica incompleta di quello che potrebbe succedere e accadere nella vostra vita (nella migliore delle ipotesi, solo in quanto spettatori).



Paint your life


Sinceramente qui nessuno si vuole fare arredare l'appartamento da Renzo Piano, ma nemmeno farsi una camera da letto come se la fanno i barboni a Piazza Garibaldi o fuori al San Carlo (con tutto il rispetto per Roberto Bolle). Abbiamo capito che ci sta la crisi, ma farsi il comodino con le lattine della birra scadute o la spalliera del letto con le spillatrici rotte dell'ufficio ci sembra un po' troppo. Senza contare che Barbara che spiega il procedimento per rendere la propria casa bella e funzionale come la discarica di Taverna del Re, con le musichette stile Albero Azzurro in sottofondo, è una botta di vita che nemmeno la semi-finale a eliminazione diretta del Torneo di scala 40 vi regalerebbe.










In cucina con Buddy


Ha fondato il suo impero su torte di 15 piani, di cui solo il 20% è commestibile e di quel 20% il 18% è letale, contemporaneamente intesse rapporti morbosi con gli altri componenti della sua famiglia italo-americana. Oltre a fare ciò conduce un programma di cucina incentrato sulle ricette italiane, la dieta mediterranea e le sue origini di cui non sa assolutamente nulla, perché il burro di arachidi nella parmigiana di melanzane nessuno ce l'ha mai messo, tanto meno è stata mai concepita l'amatriciana con il bacon dolce o il pancake cigoli e ricotta. Ogni puntata invita un parente stretto o alla lontana con cui conserva ottimi rapporti ma la verità e che tutti i cugini e le sorelle sperano che schiatti quanto prima così da ereditare l'azienda di famiglia e lo spazio televisivo. Quindi mentre lui si mangia il gelato allo strutto fatto in casa, loro fanno solo finta di masticare e lo sputano di nascosto.









Clio Makeup


Quando vedi Clio per la prima volta, pensi di essere capitata a Ma come ti vesti? e ti auguri che al più presto Enzo Miccio esca a darle una capata in faccia, a strapparle la tovaglia della nonna che si è messa addosso, a liberarle gli avambracci soffocati nelle maniche a tre quarti così  da porre fine a tanta sofferenza. Clio ha una funzione educativa poiché con lei impari a bruciarti un quarto dello stipendio da Kiko e a truccarti come Platinette al carnevale di Rio, così quando esci i tuoi amici ti sfottono e allora la prossima volta prima di metterti il primer verde da sola ci pensi. Che poi non si capisce perché dovresti spendere 1000 euro tra piegaciglia di diverse dimensioni e correttori che vanno dal rosa salmone al viola malaria, e poi quando si tratta di mettere una crema in faccia, lei ti fa vedere come farla in casa con i cetrioli, il miele e la farina, giusto per fare la cucina una chiavica.









Gordon Ramsay


Lo schema è sempre lo stesso. Un ristornate sull'orlo del fallimento contatta lo chef Ramsay per farsi aiutare e risollevare le sorti della propria attività. Poi però quando Ramsay dispensa consigli utili come quello di non servire il cibo avariato, la carne scaduta, il pollo con l'aviaria, loro si incazzano e  lo abbuffano di male parole. Lui non è che porge l'altra guancia ma anzi li fa una chiavica peggio di prima (scene da Quartieri Spagnoli inoltrati, quando la signora del piano di sopra ha steso i panni ed è gocciolato nell'ingresso del vascio della signora di sotto), fino a quando poi non scoppiano tutti a piangere e scoprono di odiarsi a morte ma capiscono che se non si vogliono trovare a vendere i calzini a via Toledo forse è il caso di salvare le apparenze e di fare come dice lui. Uno spaccato di vita quotidiana e di remota periferia americana che pure Cristo si sarebbe volentieri risparmiato.











24 ore in sala parto




Se questo format televisivo fosse stato prodotto un po' di tempo fa a quest'ora l'umanità sarebbe prossima all'estinzione e quindi le cose andrebbero di gran lunga meglio. 
Ma purtroppo gli americani ci sono arrivati tardi.
L'ospedale è di cartongesso color pastello, che il camper ideato dalla Mattel per Barbie è più affidabile; le partorienti vengono chiuse in una stanza, si fanno una giornata di travaglio doloroso e alla fine nasce un cinghiale mai sotto i 4 kili e mezzo, che il padre nemmeno riesce a tenere in braccio e che non vuole riconoscere. Nella migliore delle ipotesi a farle partorire sono infermiere o ostetricie ma ti può capitare anche il ragazzo del bar, il compare di anello o la guardia giurata, perché in questo ospedale i medici non ci sono e se ci sono escono all'ultimo a tutto solo per dire "guardate come è bello" (che pure la mamma lo dice che in realtà fa impressione). Ovviamente non esiste alcuna vaga concezione di "ambiente sterilizzato", perché infatti al momento del parto ci sono altre 5-6 persone che assistono oltre al ragazzo del bar e al parcheggiatore che vi viene a chiedere di chi è l'Opel Corsa in seconda fila.























martedì 9 luglio 2013

La stagione dell'amore: i matrimoni


Poiché questo è il periodo in cui l’amore deve essere consacrato di fronte a Dio e ai parenti di secondo grado, di seguito riportiamo alcuni punti discutibili dell’unione consensuale di due cuori e una capanna al fine di porre i futuri sposi di fronte a certe consapevolezze (che sembra sempre che si sono scordati di quando gli invitati erano loro) e gli invitati di fronte all’inevitabile. Come ben sapete in realtà è solo per sparlare di gente a caso visto che è molto che non lo facciamo e il nostro metabolismo basilare comincia a risentirne. 





La mamma della sposa

La mamma della sposa è pazza. Forse prima era normale, ma tu questo non puoi saperlo e comunque non ti interessa. Lei non piange per l’emozione ma ha un principio di esaurimento nervoso e poi il crollo definitivo a seguito del taglio della torta, quando quel povero disgraziato del marito si rallenta la cintura e crede che finalmente tutto è finito e si è tolto un altro figlio dal groppone e lei realizza la drammatica riduzione del numero di lavatrici che le impegnavano la giornata. Il consiglio spassionato è di non incrociare mai lo sguardo della mamma della sposa perché altrimenti lei farà dei gesti violenti e improbabili e ti chiederà di spostare il velo dalla faccia della figlia creando il giusto effetto di ombre, di alzarle i 15 metri di strascico con il mignolo, di custodire il bouquet tipo Sacro Graal , di buttare i tulipani appassiti e di andare in Olanda a prenderne di migliori, di comprare la tachipirina perché il lavapiatti ha la febbre, di telefonare al marito per ricordargli di farsi venire l’ansia, di fare sesso con il fotografo perché la sposa si sta ancora ripassando il trucco, di mettere due dita in gola alla testimone perché ha mangiato troppo e darle una dose raddoppiata di Somatoline. La mamma della sposa è violenta e armata (ha un flacone di lacca 500ml nella pochette, che se ci stava ancora Scommettiamo che lei lo vinceva) ed è pronta a tutto.









La piscina


È generalmente posta al centro di un giardino con fine puramente ornamentale e decorativo. Sebbene riconosciamo l’aspetto suggestivo che ha il ritrovarsi con un buon prosecco a bordo di una bella piscina ci preme evidenziare che in quel preciso istante le donne hanno perso l’uso degli arti inferiori e il fondotinta sta ostruendo le vie respiratorie, mentre gli uomini hanno il comodissimo completo fresco lana e la faccia tumefatta per l’effetto sudore sulla barba della mattina. Quindi ritrovarsi accanto alla piscina senza potertisi buttare dentro in quanto a cazzimma è pari solamente al ritrovarsi a digiuno vicino al buffet allestito senza poter prendere ancora niente perché gli sposi sono andati un attimo a fare le foto a Città del Capo.





Il giardino: fattore Autan



Il giardino è davvero una bella pensata però se vi sposate il 25 luglio forse dovreste pensare che ci sono le zanzare tigre, i tafani, le formiche (non quelle normali, quelle enormi che volano e pungono) e che probabilmente una disinfestazione prima potrebbe salvare molte vite umane. Anche perché se vi grattate fino a scorticarvi, le gambe restano macchiate di sangue e se vi vede la mamma della sposa deve necessariamente farvi fuori.



I parenti/amici del Nord



Partendo dal presupposto che nel 90% dei casi sono originari di Reggio Calabria, il parente del Nord è una specie di Enzo Miccio dei poveri, una sorta di life style mancato, il Gordon Ramsay delle Langhe. Il parente del Nord sono 30 anni che va ai matrimoni al Sud ma ogni volta fa la faccia stupita di fronte al buffet, alla macchina della sposa, al fotografo, alla sala cerimonie. Lui finge davvero di non poter credere che al Sud ci sia una tale organizzazione, che tutto sia così pomposo e articolato perché - lui giura - per esempio, dalle sue parti, un amico si è sposato al casello dell’autostrada con un pacchetto di patatine San Carlo e una Peroni. Il parente/amico del Nord femmina, addosso si mette il vestito con cui voi andate al bar della spiaggia a comprarvi il Cucciolone e per l’occasione fa notare che si è truccata perché ha messo il Labello a ciliegia. Il parente amico del Nord è solo un modo per essere sciatti senza sentirsi in colpa.








L’animazione per i bambini



Affidare i propri figli ad adolescenti generalmente vestiti di rosso, con nasi da pagliaccio e cappellini, che provano ad organizzare giochi di gruppo, a farli stare seduti a tavola e a farli correre in maniera disciplinata corrisponde in poche parole a somministrargli una dose di cocaina endovena. Quindi poi non lamentatevi se ve li ritrovate dappertutto, sporchi e sudati, con gli occhi rossi, che si rotolano sul prato. È la loro Amsterdam.








La coppia originale



La coppia originale te la ritrovi seduta al tavolo che non gli va bene niente, perché è tutto convenzionale. Loro se si sposano, quando si sposano, lo faranno sulla spiaggia. Tu alla sola idea di ritrovarti i granelli di sabbia nelle mutande sotto il completo fresco lana hai un sussulto e stringi le chiappe. Loro faranno dei cestini da Picnic, ci sarà un gruppo afro-islandese che alternerà ai ritmi subsahariani la tecno estrema dei paesi atlantici e nel frattempo distribuiranno confetti alla marijuana.  La coppia originale ovviamente non si sposa in Chiesa perché non è che sono atei ma se proprio devono praticare una religione, loro seguono la propria spiritualità che è quello che più o meno faceva Hitler e il Terzo Reich. 









Il matrimonio a tema: il matrimonio anni 30



Cioè, veramente, scusate ma proprio non abbiamo parole. Ma secondo voi, la sorella della nonna che effettivamente gli anni 30 se li è fatti, si è fatta pure la seconda guerra mondiale e tiene l’artrosi, la demenza senile, le cosce gonfie, si può mai subire la vostra libera interpretazione degli anni 30, il vostro vestito Charleston con tutte quelle frange che sembrate il paralume della sua camera da letto, la musica francese improvvisata, la torta di cartongesso a forma di Torre Eiffel, mentre vi mangiate la pasta e fagioli con le cozze servita dentro alla pizza di scarole? Ma per piacere…






È stato tutto perfetto



Considerando che se pure fosse stato tutto perfetto, una cosa malamente da dire sempre si trova, ma comunque secondo voi quando chiedete “siete stati bene, tutto a posto?”, alle 23 di sera mentre uno si piglia la bomboniera e se ne sta andando, vi risponde “no guarda, mi sono fatto la palla, mi sento abbuffato, questi 300 euro nella busta proprio non ci volevano, devo farmi 1 ora e mezza di macchina, mi fanno male i piedi, sono stomacato, domani devo pure lavorare”?

No, così, per intenderci. Auguri.








lunedì 18 marzo 2013

Il Movimento dei pressi di Miano: una scelta di ca...(mpo)





Lo so che probabilmente avrete pensato che nei pressi di Miano abbiamo trovato un lavoro serio a tempo pieno e per questo non discettiamo più di filosofia spicciola. Ma non preoccupatevi, non è così.

Non è nemmeno perché pensiamo che se stiamo zitti sembriamo più intelligenti (vedi Carla Bruni dopo aver sposato Sarkozy).



A seguito dei numerosi consensi ricevuti con conseguente presa di coscienza del livello di disperazione che ci circonda, abbiamo deciso di scendere in campo e di candidarci alle prossime elezioni comunali con un movimento nuovo. La nostra idea portante è quella di eliminare la figura del sindaco in maniera che non ci sia uno che ci mette la faccia e di creare un movimento libero, un movimento indipendente, un movimeto sexy, un movimento sexy.

Non è che siamo degli sprovveduti. L’idea è nata a seguito di interessanti valutazioni che hanno avuto un peso decisivo sulla scelta da prendere, tra le quali:



Siamo giovani;



Siamo del tutto inesperti;



Siamo ignoranti;



Non ci hanno mai sgamato a rubare le cartoline nei negozi di souvenir;



E proprio per questo Noi dei pressi di Miano abbiamo deciso che potevamo essere perfetti per rivestire incarichi amministrativi e politici di rilievo.

Non preoccupatevi, il fatto di essere giovani e inesperti non sarà garanzia di incorruttibilità. Infatti noi dei pressi di Miano saremo sempre ben disposti a venderci la mamma per quattro soldi, in maniera tale che il cambiamento non risulti drastico e radicale, cosa che in genere intimorisce sempre le masse.

Il nostro programma politico e di rinnovamento per questa città è ancora in bozza ma abbiamo il piacere di esporre alcuni dei suoi punti in anticipo, così da alimentare un dibattito con gli elettori di cui non ci interessa assolutamente niente, tantomeno l’opinione, ma l’importante è dare un percezione errata di democrazia a chi non ha nessuna idea di che cosa essa sia.



1) Smantellamento di Via Toledo

La nostra idea è quella di sradicare le uniche 4-5 lastre sane in Via Toledo e di gettarle da qualche parte in maniera da ricostruire una strada principale che sia completamente sterrata e intaccata e da poter così reintrodurre le carrozze, i cavalli e i cappelli a falda larga.



2) Eliminazione della circumvesuviana e della cumana.

Se non vivi a Napoli centro non puoi lavorare o studiare a Napoli centro. Rassegnati e trovati un lavoro dalle parti tue e se non lo trovi emigra che tanto siamo troppi.



3) Sdoganamento della camorra.

Abbiamo pensato di creare una sezione all’interno del comune appositamente per loro sotto forma di sportelli, in maniera da poterli consultare più agevolmente (sia noi che i cittadini) e scendere a compromessi senza dover fare kilometri.



4) Roghi strategici 

Siamo seriamente intenzionati a dare fuoco a tutte le istituzioni che rivestono un ruolo culturale di rilievo all’interno della città e che si trovano in una situazione economica difficile perché così eliminiamo il problema alla radice e chi si è visto si è visto.



5) Lotta alle vittime della microcriminalità



Galera per tutti i turisti e non, vittime di scippi e rapine, perché se ti metti il Rolex quando vieni a Napoli o usi l’iphone5 per i vicoli la sera, tieni la cazzimma e te lo meriti.



6) Autoflagellazione da movida

Onde evitare di essere presi a sprangate di sabato sera da gruppi di ragazzini incensurati, riteniamo opportuno applicare la pratica dell’auto flagellazione in maniera tale da procurarci dei trauma cranici autonomamente e nel grado di intensità che più preferiamo. L’attività ricreativa dovrà svolgersi durante i fine settimana, nei luoghi di maggiore attrattiva per i giovani e prevedrà per i più bravi anche un ricovero al Loreto Mare con conseguente decesso.



7) American’s pac. 



L’importantissima manifestazione si svolgerà a Napoli e prevede una due giorni di zeppole e panzarotti gratuiti fino a quando non si raggiungerà un livello di obesità degno di nota. La manifestazione attirerà una gran quantità di turisti che con i loro Rolex faranno girare l’economia.



8) Quartiere a luci rosse.



 A noi l’idea era piaciuta molto quindi abbiamo pensato di creare una piccola Amsterdam all’interno dei quartieri spagnoli: la droga c’è, le donne con tutto da fuori pure e quindi non dobbiamo fare proprio niente.



9) Estensione della Ztl. 



Abbiamo intenzione di estendere la zona a traffico limitato anche ai pedoni poiché è evidente che il problema non è la ‘macchina’ ma quelli che ci stanno dentro.



Questi a occhio e croce i primi punti che riteniamo di poter realizzare durante la nostra amministrazione. Per il resto, tutto quello che ci sentiamo di dirvi è che se ci votate, vi restituiremo i soldi dati ai parcheggiatori abusivi di Via Bellini e di Via Costantinopoli così potrete pagarci l’Imu.

lunedì 18 febbraio 2013

Per lo speciale "Le nuove religioni": L'Ultras del Napoli.



Nei pressi di Miano abbiamo coraggio da vendere (oltre che la droga) e proprio per questo abbiamo deciso di inoltrarci in un terreno ostile e non privo di contraddizioni quale quello degli Ultras del Napoli. E abbiamo deciso di farlo dopo Napoli-Sampdoria, il ché ci rende ancora più impavidi.

Nonostante il conflitto di interessi e l’alta probabilità di ritrovarci senza più amici né relazioni di altra natura, andremo avanti nell’analizzare l’interessante creatività di una fede calcistica che ha visto morti, feriti, famiglie distrutte, amicizie infrante e altre cose sgradevoli, che nemmeno nelle Crociate.

Non racconteremo di quando abbiamo preso l’aereo con un gruppo di Ultras intenti a fare il cappottone allo Stuart ogni volta che passava con il carrello delle bevande e nemmeno di quando sono rimasti in piedi a brindare nella fase di atterraggio, palpeggiando le hostess compiacenti, ma ci limiteremo a discorrere amabilmente dei principali tòpoi che caratterizzano una fede calcistica affascinante e inquietante allo stesso tempo.



La nostra unica fede.



Questo è il principio primo da cui si origina tutto. L’Ultras del Napoli non sa niente (ma proprio niente) se non che dal 1926 il suo destino è stato segnato definitivamente. Non sappiamo se questo nasca in conseguenza all’educazione impartitagli dalla famiglia ma di sicuro se nella vita ha avuto la fortuna di avere un padre che lo prendeva a calci quando il Napoli pareggiava o che ha abbandonato la madre incinta al nono mese sull’autostrada per andare in trasferta, l’Ultras state sicuri che ve lo racconterà più e più volte, con un certo orgoglio e con le lacrime agli occhi per la felicità. Nel caso ci fosse stato qualche dubbio in merito al fatto che la tifoseria del Napoli fosse il popolo eletto dal Signore, quando il 5 luglio 1984 arrivò Maradona al San Paolo, tutti i dubbi furono dissolti, quindi è la storia che parla per sé, non c’è bisogno di aggiungere altro, e di conseguenza “fai il cesso”, ti direbbe l’Ultras. 
                                          



Coerenza e mentalità.

Filosoficamente parlando uno dei concetti più complicati mai pensati dall’uomo. In realtà mentalità è già coerenza quindi coerenza e mentalità è una misteriosa tautologia. Sebbene nei pressi di Miano abbiamo avuto serie difficoltà a comprendere a pieno coerenza e mentalità, poiché probabilmente è necessario essere permeati de La nostra unica fede di cui sopra, pensiamo di avere capito che più o meno mentalità è anche alzarsi alle 3 del mattino di sabato, dopo una settimana di lavoro, farsi 15 ore di macchina per arrivare a Monaco di Baviera, andare a guardare la partita senza tessera del tifoso e ripartire subito dopo perché il lunedì mattina si ricomincia a lavorare. Adesso potrebbe sembrare che coerenza e mentalità corrisponda a spirito di sacrificio ma non è così. L’Ultras del Napoli lo fa perché non potrebbe non farlo; non è una scelta. 
È un cammino a senso unico che non prevede deviazioni. Quello che devia è il tifoso occasionale.

Juve merda.

Come ogni religione monoteista, anche la fede dell’Ultras del Napoli prevede una dicotomia Male-Bene che gli permetta di seguire la retta via e di mantenere il punto attraverso la conoscenza del male e del peccato. Il male è a strisce bianco-nere e si chiama Juventus. Il male in questione ha tutte le caratteristiche per rientrare nella stessa definizione di male: 


È ricco 

È del nord 

È stato immischiato in storie di corruzione

Inoltre, se proprio dobbiamo esprimere un giudizio in merito alla questione Juventus, di certo l’odio viscerale è supportato dal fatto che l’attuale allenatore, Conte, è uno dei primi 5 uomini più antipatici che la storia universale dell’umanità ci abbia mai presentato. Non sappiamo se è per via dei capelli o per la voce querula e roca da attore porno amatoriale ma veramente, se lo incontri per strada e non lo conosci, ti viene da sputargli in faccia a prescindere. 






Al di là del risultato.

Al di là del risultato corrisponde un po’ a “in salute e in malattia, quando sarai un cesso inguardabile, finché morte non ci separi”. 
È l’atto estremo di fede che prevede una totale abnegazione da parte dell’Ultras al risultato negativo della partita.

Il tifoso occasionale.

Il tifoso occasionale in genere:

- Va nei distinti

- Fischia quando il Napoli perde

- Si alza a metà partita e se ne va se il Napoli pareggia

- Raramente va in trasferta e se lo fa si porta quell’ebete della fidanzata che commenta senza capire niente

- Quando il Napoli perde il giorno dopo ci va giù pesante su Fb con offese dettagliate indirizzate all’allenatore, alla Società, a tutti i giocatori fino ad arrivare alla Pizza margherita

- Non si sottopone a pene corporali quali 18 ore di macchina di fila e 2 di sonno

- Scende a compromessi con gli Juventini

- Non è mai stato a Lanciano

- Indossa la sciarpa del Napoli quando va allo Stadio

Un nuovo è più irritante fenomeno è quello molto recente (più o meno da quando il Napoli è tra le prime in classifica) della “tifosa occasionale donna”. Non sappiamo se “la femmina” dell’occasionale faccia così perché voglia sentirsi accettata, per assecondare il proprio fidanzato o per creare un margine di vantaggio in popolarità tra lei e le altre femmine della comitiva (noi la capiamo perché come diciamo sempre nei pressi di Miano parafrasando: “la carne è talmente in abbondanza che si getta mentre il pesce costa molto ed è quasi introvabile”), però se si astenesse dai commenti tecnici il lunedì sarebbe un giorno migliore. 

(Certo, riconosciamo - e non comprendiamo - tra queste una percentuale realmente interessata e competente).



La tessera del tifoso: Estranei alla massa



Se c’è una cosa a cui l’Ultras tiene, di sicuro è la propria identità. Oltre a volersi differenziare dal tifoso occasionale, l’Ultras non ha nessuna intenzione di farsi una tessera, ché già è tanto se ti fa vedere la carta di identità all’ingresso dello Stadio. A maggior ragione se a delegittimare il suo ingresso negli stadi di tutto il mondo è stato Maroni. Se pure è vero che nel 90% dei casi hanno le teste rasate o il 'cocco' impregnato di gelatina e sono vestiti con improbabili magliette rosa con scritte tipo: “Maschio Latino 100%”, l’Ultras difende la proprio autonomia e indipendenza con tutta la forza che ha. E noi siamo d’accordo con loro, solo che ci farebbe piacere se invece di dire “Io non mi omoloco”, qualche volta dicessero “omologo”.





martedì 12 febbraio 2013

L'amore è una cosa meravigliosa.


Ai fini di discorrere serenamente di amore in vista di San Valentino, vi riportiamo un breve riassunto della cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden, che a nostro avviso è l’archetipo di tutto quello che se ne può cavare di buono dall’unione dell’uomo e della donna. È andata davvero così e se non ci credete o siete delle bestie di Satana, potrete leggerlo nella Bibbia.



Adamo ed Eva: la prima, vera, figura di merda della storia




Quando il serpente disse ad Eva di non ascoltare Dio e di mangiarsi la mela perché poi se ne sarebbe vista bene, Eva lo fece senza alcun indugio, a livello che il serpente non aveva nemmeno finito di parlare e lei già la stava digerendo. Eva passò subito dopo la mela ad Adamo e gli disse di mangiarsela. Adamo non provò nemmeno per un secondo a controbattere ed ubbidì ad Eva. Quando Dio si accorse della cosa, dopo avere maledetto il serpente e la donna, che rimasero al quanto indifferenti, si rivolse all’uomo chiedendogli perché avesse disobbedito (da Eva ancora ancora se lo aspettava ma da Adamo proprio no). A quel punto Adamo rispose che l’aveva fatto perché gliel’aveva detto Eva e la indicò più o meno come si fa a scuola con il compagno di banco, quando la professoressa scopre che stavi sputando le palline di carta dalla Bic. Il Signore a quel punto si schifò e gli disse giustamente di andare a zappare, che era l’unica cosa che avrebbe potuto fare.



È quindi evidente che sin dalla notte dei tempi, l’uomo non vuole assumersi alcuna responsabilità e la donna vuole che si faccia quello che dice lei senza possibilità di replica.

Se questo è un innegabile punto di partenza, allo stesso modo possiamo dire che dalle foglie di fico ad oggi le cose si sono leggermente complicate. Sebbene la donna sia rimasta la stessa dell'Antico Testamento, l’uomo non ha ancora capito che festività come la Befana o San Valentino non sono altro che occasioni nuove a cui la donna lo sottopone per cadere in errore, in tentazione e per fare sfoggio della sua inadeguatezza. O per lo meno, quando lo capisce è già troppo tardi.

Poiché la pace nel Mondo è uno degli obiettivi che noi dei pressi di Miano ci siamo preposti per l’anno nuovo e visto che la befana ormai è passata e quel che è stato è stato, abbiamo deciso sempre di andare in sostegno (proprio come la maestra) dell’uomo con l’avvicinarsi della festa degli innamorati. 





Ecco tutto quello a cui non devi credere tra domani e dopodomani e in generale nella vita e per lo più:

Io non ci tengo a festeggiare il San Valentino, sono cose stupide e da tamarri (è vero che non ci tengo ma che ne so, anche un gesto semplice che viene dal cuore, un bacio perugina sul cuscino o una rosa a sorpresa sulla scrivania mi avrebbero resa felice).

L’evoluzione successiva: io non ci tengo al San Valentino, ma che ne so anche un gesto semplice che viene dal cuore, un bacio perugina sul cuscino o una rosa a sorpresa sulla scrivania mi renderebbero felice. (Non è che devi aspettare il giorno del mio compleanno per farmi un regalo o te lo devo dire io cosa mi piace. Avresti potuto stupirmi una volta tanto visto che io cerco sempre di farlo con te e non c’è bisogno che sia San Valentino o altro. Vedi cosa mi costringi a fare? Le scenate come le tamarre). La tamarra per noi dei pressi di Miano è una specie di ossessione.

Non organizzare niente, io mi vedo con delle amiche. (Ci sono 24 ore in una giornata e sebbene ti abbia detto che mi vedo un paio d’ore con delle amiche questo non voleva significare che per 
le restanti 22 sei autorizzato ad ignorarmi).


Con il mio ex non l’abbiamo mai festeggiato, non ci sono mai piaciute queste cose (se è un ex un motivo dovrà pure esserci, coglione!).

Ora, noi non ti diremo come comportarti in questo giorno nefasto per le tue meningi, (perché noi non siamo costruttivi ma ci interessa solo la pars destruens, come ogni filosofia deteriore che si rispetti), però, vedi come ti devi mettere e cerca di non fare errori grossolani. D’altronde noi siamo consapevoli che la sorte ti è avversa perché ogni anno a San Valentino gioca il Napoli.

L’unica cosa che ci sentiamo di consigliarti è che prima ti levi dalla testa l’idea della donna amica-complice-madre-sexy-comprensiva-sostegno-pilastro-romantica senza perdere autoironia-audace ma rassicurante-determinata ma disposta a mettersi in discussione-emancipata e dipendente da te allo stesso tempo – un po’ rivoluzionaria un po’ reazionaria-trova-mutande-e-calzini a tradimento, e prima arriveremo alla pace nel Mondo.

Auguri!




domenica 10 febbraio 2013

La filosofia del "serial" nei pressi di Miano



Poiché nei pressi di Miano discettiamo di filosofia anche su richiesta e soprattutto a pagamento e visto che l’argomento ci sembrava culturalmente adeguato alla nostra preparazione scientifica abbiamo deciso di analizzare (dove per analizzare spero di non dover più spiegare a cosa mi riferisco) le serie tv che a nostro avviso maggiormente hanno influito sul degrado culturale e psicofisico della nostra generazione e di cui noi dei pressi di Miano ci sentiamo orgogliosamente dei validi portavoce. All’interno della vastità del meraviglioso mondo del serial, abbiamo sviscerato in maniera inadeguata due filoni fondamentali: uno medico-scientifico e uno prettamente al femminile.



Il filone medico-scientifico 

La malasanità negli Stati Uniti: ER – medici in prima linea e Dr House.

È chiaro che ER - medici in prima linea nasceva con il preciso intento di dare una collocazione spazio-temporale alle sopracciglia di George Clooney, alias Dr Ross, pediatra (che all'epoca non poteva permettersi l’estetista). Dr Ross, oltre che girare per i corridoi nel tentativo di organizzare uscite serali e aperitivi con le ostetriche e le infermiere, era impegnato in prima linea (da qui il titolo della serie) con una gran quantità di Milf che imbottivano appositamente i figli di barbiturici e ammoniaca nella speranza che Dr Ross gli palpasse il culo o per lo meno gli guardasse nella scollatura.
Ma lui aveva fatto il giuramento di Ippocrate ed era una brava persona, quindi non lo faceva. Salvo mettere incinta la capo sala di due gemelli e accettare il giorno dopo un lavoro in un’ altra città, in un altro Stato, in un altro continente. Quindi George lasciò la serie che perse di mordente in maniera definitiva. 






Sebbene ER abbia gettato le basi per una medicina alternativa e deprecabile, il vero Dottore in Tv, l’unico e il solo che abbia dato una validità scientifica e una botta di vita alle nostre ipocondrie il Giovedì sera, è lui, Dr House, medico internista, infettivologo, cardiologo, pediatra, ginecologo, dentista, oncologo (non come il suo migliore amico, che è uno scarso), podologo, fisioterapista, angiologo, frenologo, veterinario, tubista etc.
Per noi dei pressi di Miano è stato importante seguire questa serie perché non solo abbiamo scoperto l’importanza del lupus per gli americani, ma abbiamo potuto imparare che un bel giorno la tua lingua può cominciare a gonfiarsi senza motivo in un processo irreversibile e vivere di vita propria. Mentre in un ospedale normale o al Cardarelli ti avrebbero già sepolto vivo nella cappella di famiglia insieme alla lingua, Dr House non si arrendeva e dopo aver scartato il lupus a prescindere, mandava la sua equipe di medici giovani e scadenti in una specie di spedizione punitiva. Loro ti entravano in casa senza nessuna autorizzazione, si facevano i cazzi tuoi e a un certo punto sotto il lavandino del bagno, dietro ai tubi di scarico ci trovavano una muffa potente con all’interno il batterio lingua mors mortis che era la causa della lingua rigonfiata (così si scopriva che il paziente era un tubofilo che si chiudeva in bagno per accoppiarsi con i tubi di scarico) e chiaramente Dr House aveva l’antidoto che il più delle volte era una Vivin C , una siringa di Toradol o una fetta di pastiera. 
Ma il fascino di Dr House non era nelle sue capacità né nel fatto che zoppicava. Il vero fascino scaturiva dalla sua arroganza, dai suoi modi burberi, dal suo essere sopra le righe; insomma, dal fatto che era uno scostumato senza creanza. Ora, finché lo faceva al Princeton Plainsboro Teaching Hospital, va tutto bene, ma noi dei pressi di Miano abbiamo provato a immaginare Dottor House al Loreto Mare con una famiglia del Cavone. Il figlio più piccolo è malato,  Dr House mentre cerca la cura sfotte la nonna che piange per il nipote; lo fa davanti al padre del bambino che è un pluri-pregiudicato appena uscito con l’indulto o magari alla mamma che è 200 kg di femmina con i bicipiti di 50 cm di diametro e le zie che sono ancora più massicce della mamma. Dicevo, abbiamo provato a immaginare la scena e Dr. House è diventato improvvisamente un film di Quentin Tarantino. 






Di quello che è stato oltre Dr. House non vogliamo nemmeno parlare perché Grey’s Anatomy è scandaloso, l’ospedale di Seattle è una casa chiusa, i dottori non fanno altro che accoppiarsi dalla mattina alla sera manco i conigli e quando poi arriva al pronto soccorso uno che ha fatto un incidente e ha perso la materia grigia sul marciapiede e tre quarti del cervello, loro giustamente si aggiustano le mutande, si chiudono le cerniere e vogliono operarlo, che pure al Pellegrini sanno che è già clinicamente morto...e che cazzo!





Il filone al femminile: l'emancipazione 

Il filone dell’emancipazione al femminile nelle serie tv è affascinante e interessante quasi come seguire gli sviluppi della gravidanza di Belen su libero.it

Poiché quando si parla di emancipazione femminile nell’80% dei casi si tratta di un processo irrimediabilmente diretto verso il degrado della specie umana, noi dei pressi di Miano non potevamo lasciare nel dimenticatoio Brenda Walsh e le angherie che è stata costretta a sopportare pur di essere accettata da quell'anoressica, alcolizzata di Kelly Taylor.
Brenda si trasferisce dal Minnesota a Beverly Hills. Lei è un po’ triste, ma tutto sommato sta bene. Non scende neanche dalla macchina per scaricare i bagagli che Kelly è già ad attenderla in giardino per andare a fare shopping. Brenda vive il suo primo disagio: ho 16 anni non ho ancora la Mastercard Platinum. Neanche al Peach Pit Brenda è al sicuro: ordino un cheeseburger e poi non lo vomito? 
Il vero cataclisma si scatena quando Kelly viene a sapere che Brenda è ancora vergine. Non chiude occhio per settimane. Quando Brenda decide finalmente di far felice Kelly e di concedersi a Dylan senza volerlo, ovviamente lo fa con un preservativo scaduto quindi dopo qualche settimana è costretta a fare il test di gravidanza (Kelly all’epoca ne faceva già tre al mese) che esce negativo e che poi giustamente butta nel secchio della spazzatura della cucina in cui la madre fa la differenziata. È allora che Kelly perde ogni speranza e lascia perdere Brenda e il disperato tentativo di riprenderla dalle montagne verdi del Minnesota. 
Noi dei pressi di Miano siamo felici che Brenda Walsh sia rimasta la stessa di sempre anche se riconosciamo a Kelly Taylor il merito di averle fatto buttare i maglioni a collo alto con le renne. 





Da Kelly e Brenda a Sex and the city ne passano di zoccole sotto ai ponti, però sicuramente le avventure delle 4 tardone a Manhattan hanno segnato un punto di non ritorno decisivo per l’emancipazione della donna. Le quattro ragazze (sì, forse una volta) rappresentano, con la loro totale assenza di personalità, 4 modelli di femminilità devastata e che a nostro avviso giustificano il femminicidio e l’infibulazione di fronte a qualsiasi tribunale del Mondo. 

Carry: la borderline mantenuta. Carry scrive articoli sul sesso e le relazioni e con un unico pezzo in una rubrica settimanale può permettersi di fare shopping tutti i giorni da Chanel e Louis Vuitton. Noi sappiamo che Carry non ha nemmeno gli occhi per piangere ma guarda caso si innamora di Mister Big, un miliardario che la va a prendere in limousine, che la porta nei migliori ristoranti di New York, che le paga l’affitto. Lei vorrebbe farci credere che lo ama e che in nome del suo amore sopporta l’immaturità sentimentale di Mister Big e tutte le sofferenze che le procura ma noi sappiamo che senza Mister Big, Carry starebbe in un vascio nella Sanità e si comprerebbe i vestiti del veglione da H&M.

Samantha: la zoccola per antonomasia. Su Samantha c’è poco da dire. L’unica cosa che non capiamo è come possa essere arrivata a 50 anni senza contrarre l’Aids e la sifilide. Le piattole non le ha mai avute perché si rifiutano di averci a che fare.

Charlotte: la vaiassa dell’Upper East Side. Charlotte non è altro che Annarella di Gigi D’Alessio trapiantata nella New York bene. Lei vuole solo sposarsi con un professionista, avere una bella casa pulita, un cane, tre figlie e fa quello che ogni brava vrenzola fa non appena si sposa e  non deve più mettere da parte i soldi per sposarsi: licenziarsi.

Miranda: il quadro di lontananza. Miranda, con una brillante carriera da avvocato, è la moralizzatrice del gruppo, ovvero un cesso antipatico che ha sempre una parola acida per tutti. Lei si sente Giovanna D'Arco e vorrebbe il premio Nobel per la chimica perché fa quello che il 90% delle donne ormai fa: lavorare e pulire casa.


Le giornate (e le puntate) si svolgono tutte allo stesso modo:

Le 4 ragazze si vedono per colazione al bar e parlano di cazzi. 

Le 4 ragazze si vedono per pranzo al ristorante e parlano di cazzi.

Le 4 ragazze si vedono per cena al ristorante e parlano di cazzi. 


Noi dei pressi di Miano ancora non abbiamo capito come facciano ad avere sempre appetito con tutto quel parlare di cazzi a tavola. 



Sono molte le cose da dire e sono tantissimi gli interrogativi sconfortanti e senza risposta a cui ci portano le serie tv, come per esempio: 
Perché nelle serie quando parlano al telefono improvvisamente attaccano la cornetta senza salutarsi? Perché il Signor Sheffield che è miliardario, invece di assumere una tata qualificata per i suoi figli assume una sciampista che veste come una battona? 
Perché Dowson Leary non si suicida nella prima puntata? 
E soprattutto, Super Vichy che leggeva I Miserabili sfogliandolo in 40 secondi, qualcuno si è mai preso la briga di chiederle un riassunto della storia o di farle delle domande serie per vedere se l’avesse letto veramente? 

Niente. Interrogativi che non avranno mai risposta ma che ci rimandano ai soliti assiomi già postulati nei pressi di Miano: 

Gli americani sono tutti scemi. 

Gli americani sono tutti obesi.

Noi siamo peggio degli americani perché proviamo a imitarli.




(Post scritto in occasione della serata serial allo Spazio Torchio di Somma Vesuviana. Grazie a tutti i ragazzi del Torchio e in particolar modo a Daniela per essere andata avanti nonostante tutto, tutti e soprattutto il microfono)

martedì 29 gennaio 2013

L'opinion leader da social network - una nuova categoria dell'Essere



L'essere umano ci pone sempre di fronte a imprescindibili interrogativi e in genere lo fa attraverso Facebook.
Ogni volta che nasce una nuova categoria dell'Essere attraverso un Social network della portata di Facebook, un angelo si spara in bocca, un diavolo si butta da un auto in corsa e Dio si fa un taglietto nuovo sul braccio. Ma andiamo a scoprire perché.
Oltre a Matrix Reloaded e Matrix Revolution, quello di cui questa società non aveva bisogno nella maniera più assoluta è sicuramente dell' Opinion leader su Facebook. Ma ormai ce l'abbiamo e come per RealTime non possiamo fare finta di niente. Lo abbiamo chiamato Opinion leader perché al giorno d'oggi scrivere una parola in inglese ogni tanto renderebbe credibile anche una ricerca sull'omofilia tra i bachi da seta, ma ci siamo intesi che per Opinion leader nei pressi di Miano intendiamo lo scassacazzo su Facebook.
Abbiamo deciso di analizzare (dove per "analizzare" ormai dovrebbe essere chiaro che noi intendiamo "offendere") quello che per noi è il meglio degli Opinion leaders da social network senza giungere ad alcuna conclusione.




Il politically scorrect

È uno veramente interessato alla politica locale e nazionale oltre ad essere un esperto di:
economia,
diritto,
psicologia dinamica,
mala sanità,
calcio,
sviluppo ecosostenibile,

Quello su cui si fonda tutto il suo sapere è un unico principio: dire esattamente il contrario di quello che il buon senso e l'ovvietà dell'ovvietà della realtà ti porterebbe a dire a prescindere dall'argomento. L'equivoco su cui si fonda tutto il suo essere è dato dal fatto che per il politically scorrect "iniziare una polemica sterile" equivale a "manifestare intelligenza". Non sa, o almeno non si è reso conto, che quello che fa lui su Facebook è quello che nostro nonno fa fuori al bar dello Sport da quando è andato in pensione (poveretto). Comunque a noi dei pressi di Miano non ci preoccupa tanto il politically scorrect, che è comunque un esercizio di stile, ma quello che più ci preoccupa sono i 780 commenti che scaturiscono dal suo post perché c'è sempre un pollo che ci casca e che comincia una questione inutile, fomentando il politically scorrect e incoraggiandolo inconsapevolmente verso la stesura del suo nuovo, inutile, post.
Grazie, davvero.



La bestia di Satana

Della bestia di Satana sappiamo ben poco se non che è ateo. A noi, come a tutti voi, verrebbe da dire "e 'sti cazzi " ma lui non ce lo concede perché deve inesorabilmente romperci l'anima con link contro il Vaticano, il Papa, Gesù bambino, Maometto. Quando tutto gli dovesse mancare rispolvera la sana vecchia polemica tardo-adolescenziale dell'Ici sugli immobili della Chiesa, degli anelli d'oro dei vescovi, delle macchinone e delle pellicce fino ad arrivare finalmente alla pedofilia dei preti. Oltre ad essere inspiegabilmente in contemporanea un sostenitore della libertà di pensiero (?!) è cinico fino al vomito poiché ogni cosa che non sia ridere o pisciare su Auschwitz è banale e non gli appartiene. Noi dei pressi di Miano abbiamo un problema serio con la bestia di Satana: ogni volta che leggiamo un suo post vogliamo destinare l' 8 per mille alla Chiesa Cattolica. E non possiamo permettercelo.



Lo sporadico

Lo sporadico possiamo dire che è quasi l'esatto opposto della bestia di Satana. Lo sporadico ci viene raramente su Facebook ma quando si connette lascia il segno. In genere lui prende i link da pagine tipo "se mi vuoi bene dici amore tesoro gioia e stringimi", seleziona le brutture più orripilanti dell'umanità, sceglie tra queste la foto di due bambini in ospedale attaccati a un unico respiratore con la didascalia che dice: "se non condividi non hai cuore" e lui, lo sporadico, di fronte ai bambini attaccati al respiratore che fa? Mette "Mi piace". Poi lo condivide. Sono sicura che se qualcuno gli dicesse: demente, ma che cazzo fai? lui risponderebbe: non possiamo fare finta di niente. 
No, hai ragione non possiamo.
Ma soprattutto non avrebbero dovuto i tuoi genitori.



L'adolescente

Attenzione. L'adolescente ormai è una categoria dell'essere e purtroppo come tale non può essere circoscritta a una determinata fascia di età ma spazia dai 13 ai 35 anni e oltre. L'adolescente è perlopiù femmina perché fortunatamente, almeno in questo, gli uomini sembrerebbero avere un poco di sana vergogna. Quello che l'adolescente vuole sentirsi dire tutti i giorni della sua vita a tutte le ore è solo "Quanto sei bona". Per far sì che ciò avvenga è costretta ad auto-fotografarsi da diverse angolazioni in maniera da coprire eventuali difetti del viso e da far sembrare le zizze più grandi. Ultimamente va tantissimo di moda "la smorfia". Non so per quale motivo, ma comunque l'adolescente si auto-fotografa mentre fa una linguaccia, sbuffa, si gonfia le guance o fa gli occhi strabici. Secondo noi dei pressi di Miano si imbruttisce, ma non capiamo perché a queste foto seguono 500 "mi piace". Quando un uomo commenta una foto dell'adolescente con frasi tipo "ma quanto sei bona", lei fa finta di imbarazzarsi e risponde con un timido "ma che scemo :-)". E fin qui tutto normale. La cosa sorprendente avviene quando a commentare è un'amica perché il dialogo che ne scaturisce è più o meno questo:
-quanto sei fantastica-
- tu, sei fantastica-
- no tu sei bellissimissima my love-
- no, tu, ti amo-
- no io ti amo ancora di più-
- ti adoro e ti amo e basta-
- no love sei fantastica e ti amo-
Possono continuare per ore. Noi nei pressi di Miano siamo basiti  dall'adolescente e abbiamo quasi nostalgia della bestia di Satana.



Il creativo

Rispetto al creativo noi dei pressi di Miano proviamo molta invidia. Davvero non sappiamo come faccia a trovare i video musicali di cantanti austro-ungarici di madre vedova dai nomi impronunciabili o fotografie di fotografi vietnamiti di origine turca che hanno come soggetto una bottiglia rotta per metà in bianco e nero con l'ombra del riflesso della metà rotta che con un gioco di luce fa diventare l'altra metà un ferro da stiro e ad avere pronto un rimando a un verso di una poesia di Ungaretti. Davvero. Noi vi invidiamo. E anche i vostri amici che fanno finta di conoscere e di capire quello che pubblicate.



Il lapidario

Il lapidario o anche il Jim Morrison de-noi-altri ha poco da dire e in genere lo vuole dire sinteticamente (motivo per cui noi dei pressi di Miano un poco lo stimiamo). In genere è uomo, perché il dono della sintesi è una caratteristica più maschia e i suoi post fanno così:
Se la notte non termina allora forse il giorno è chiuso nell'anima.

Il lapidario acchiappa, acchiappa tantissimo. Specialmente quando si tratta di adolescenti. Il lapidario ha sempre un monito da dispensare come:
Non chiedere se non vuoi ascoltare la risposta 

In pratica lui ha le buone intenzioni del Dio del Vecchio Testamento e la sintassi di Federico Moccia. Un mix esplosivo.  




Il perseguitato

Il post del perseguitato è  una dichiarazione in cui, non si sa bene in base a cosa, non si sa bene secondo quale codice di procedura di quale giurisprudenza di quale continente, il soggetto in questione afferma di non volere che nessun ente nel Mondo vada sul suo profilo Facebook, vuoi per indagini, vuoi per questione di marketing, vuoi perché magari certi lunedì anche i servizi segreti si annoiano, a carpire informazioni.
E giustamente lui sta su Facebook, su Twitter e su Msn contemporaneamente. 








venerdì 25 gennaio 2013

L'oroscopo dei pressi di Miano




Nei pressi di Miano lo studio dell'astrologia interessa cani e porci. 
Poiché abbiamo sempre una buona parola per tutti, non potevamo restare indifferenti a Rob Brezsny ed al suo oroscopo su Internazionale. L'oroscopo di Rob è il più bello del mondo perché non ha senso e quindi tutti ci leggono quello che vogliono e il venerdì mattina su Facebook è un continuo pubblicare il proprio segno zodiacale con commenti brillanti tipo "Quanto è vero Rob!", "Rob, ci mancava solo che scrivevi il mio nome!"
Visto che c'è gente che è disposta ad attribuire un senso a frasi tipo "Caro leone, nella prossima settimana apri la finestra delle scale come ha fatto la casalinga del Connecticut, immagina che sia il libro della vita vissuta all'incontrario, inspira lentamente ed applicalo nel tuo quotidiano", noi dei pressi di Miano abbiamo ben pensato che ci sarebbe stato qualcuno disposto a credere anche al nostro.
Dopo aver preso in analisi quello che l'astrologia moderna ci offre e dopo essere giunti alla conclusione che Paolo Fox si tiene con qualcuno dello scorpione, perché non è possibile che è sempre l'anno dello scorpione ed è sempre primo in classifica, abbiamo elaborato i nostri profili astrologici servendoci nuovamente dell' innato dono della sintesi sgrammaticata che ci caratterizza.






Ariete
Sì, va bene, hai ragione tu, davvero. È sempre bello parlare con te.

Toro
Sei veramente concreto. Ma concretamente ci fai fare la palla.

Gemelli
La storia del  doppio aspetto della stessa personalità a noi non ci ha mai convinto. Fatti vedere da uno bravo.

Cancro
Va bene essere sensibili ma non è che uno ogni volta che ti parla deve necessariamente farsi venire un attacco di panico.

Leone
Bravo continua così. Atteggiarsi fa bene.

Vergine
Prima di guardare la pagliuzza negli occhi degli altri guarda il telaio che è negli occhi tuoi e sputati in faccia da solo.

Bilancia
Quelli dell’Associazione Bocciofili Verbania in confronto a te sono una botta di vita .

Scorpione
Va bene che la cazzimma ha il suo fascino ma prima o poi qualcuno che ti fa una fetente di mazziata pure lo trovi.

Sagittario
È bello essere iperattivi e fare tante cose però se ogni tanto ti fai un poco di Lexotan pure è buono.

Capricorno
Sì, pure tu hai sempre ragione, però non metterti con l’Ariete, mi raccomando.

Acquario
Non è tutta una congiura alle tue spalle, sta’ tranquillo. Nessuno ti caca.

Pesci
Se 5 minuti prima ti vuoi suicidare e 5 minuti dopo stai organizzando un trenino noi non possiamo farci niente.  Piglia una decisione.


giovedì 17 gennaio 2013

Da cosa nasce cosa: L'Amore e il Mito del cocco (ammunnato e buono)



Per la scuola dei pressi di Miano l’Amore è il motore truccato della nostra esistenza nonché l’origine di ogni cosa. Non lo diciamo per giustificare le orge, come facevano gli antichi, ma ne siamo profondamente convinti. Sebbene riconosciamo al Simposio di Platone la grandezza che merita, una volta ci siamo permessi di dire a Platone che il Mito della mela non ci convinceva e gli sottoponemmo il nostro mito: Il mito del cocco (ammunnato e buono).

Platone ne rimase entusiasta e si ritrovò ad essere d’accordo con noi. Anzi, disse proprio che la storia delle due metà era una cazzata ma non avendolo scritto e subito appuntato non ne resta alcuna testimonianza se non la nostra. Erano cose che capitavano con Platone (non a caso era allievo di Socrate).
Abbiamo pertanto di seguito trascritto con il sangue il Mito del cocco per tramandarlo nei secoli dei secoli inutilmente.



Il mito del cocco (ammunnato e buono)


Nei tempi andati, la natura umana non era la stessa di oggi (e menomale).

Gli uomini e le donne erano un’unica cosa inseparabile e inscindibile come il casatiello e l’uovo sodo. Ovviamente, oltre ad essere brutti a vedersi, erano anche fastidiosi, poiché passavano tutto il giorno a litigare. Gli uomini ad esempio volevano entrare nel maxistore dell’ Adidas mentre le donne volevano andare da Ikea a vedere le cassettiere nuove. Zeus, che giustamente non si fidava più di sentirli, decise di separarli in due parti uguali e gli intimò anche di non lamentarsi altrimenti li avrebbe fatti in altre 2 parti e a quel punto sarebbero stati ancora più repellenti. Da subito l’infelicità di quella separazione si palesò nelle loro esistenze.
Le donne avevano bisogno delle carte di credito degli uomini per andare da Ikea e gli uomini avevano bisogno delle donne per lavare le tute dell’ Adidas.
Fu così che le due metà si ricercarono disperatamente per divenire una cosa sola e raggiungere la perfezione (l’uomo con la carta di credito migliore e la donna che lava meglio). Poiché ritrovandosi e ricongiungendosi in un’unica cosa, vuoi che sbagliavano la combinazione, vuoi che peccando di hybris provavano a ribellarsi al volere degli dei (donne che lavoravano per avere la propria carta di credito, uomini che facevano le lavatrici), Zeus, non potendone proprio più di sentirseli dentro alle orecchie, decise di punirli nuovamente e invece di dividerli in altre 2 parti come già aveva minacciato, correndo il rischio di ritrovarsi 4 persone a litigare, decise di fare di peggio e inventò “la separazione dei beni”.

Da quel giorno le due metà si ricercarono un poco meglio e non ebbe più  importanza chi faceva le lavatrici e chi aveva la carta di credito, perché prima di mandarsi a cacare reciprocamente ci avrebbero pensato.


Dopo il Mito, che è sempre un momento fondamentale nella storia del pensiero, torniamo al pragmatismo della scuola di Miano e facciamo quello che ogni filosofia che si rispetti fa: poniamoci inutilmente il problema. 

Abbiamo detto già che l’Amore è il motore truccato di tutte le cose, ma quello che ora vogliamo fare è dare una bella mano alle due metà, nel tentativo di rinsaldarne il legame. In particolar modo ci rivolgeremo all’ uomo, il quale sembra barcamenarsi nelle relazioni con la stessa consapevolezza e coscienza con cui Carla Bruni incide una canzone nuova in francese. Sono davvero poche le cose che devi sapere e davvero non capiamo come sia possibile che in duemila anni tu non le abbia capite. Ma nella scuola di Miano sappiamo che le cose, tanto più sono semplici, tanto più risultano incomprensibili (per i deficienti, sia inteso).


Come Dio consegnò le tavole dei comandamenti a Mosè, noi dei pressi di Miano ti consegniamo le 15 frasi a cui non devi credere mai, salvo voler fare i cazzi tuoi a tutti i costi ed essere disposto a sobbarcarti 56 ore di rancore insano e l’astinenza sessuale che ne deriva.


1) Fai come preferisci, per me è lo stesso.

2) Anche io guardo una bella donna per strada, che c’è di male. Anzi a volte, gliele faccio notare io. (Certo!)

3) Non ho fame.

4) No, veramente, quest’anno non voglio festeggiare il compleanno, non regalarmi niente.

5) No, davvero, i tuoi amici sono tutti simpatici.

6) Non c’è niente di male se ogni tanto risenti la tua ex.

7) In ogni caso l’indipendenza economica è la prima cosa.

8) No, per il momento non voglio un figlio, non mi sembra il momento. Sto bene così.

9) Il matrimonio? Non ci penso proprio! Che differenza c’è? Tanto vale convivere.

10) Non sono arrabbiata. Perché me lo chiedi?

11) Ogni tanto è bello andare allo stadio, piace anche a me.

12) Che ha fatto il Napoli, ha vinto?

13) Guarda che sto comoda con queste scarpe (ma anche: non ho freddo con questo vestito).

14) Sì Scarface è il mio film preferito. Lo rivedrei un milione di volte!

15) Mi piace un uomo che mi sappia far ridere.



Non ci sembra il caso di spendere altre parole in merito perché il dono della sintesi è un'altra caratteristica della nostra filosofia.

Noi per il momento ci sentiamo con la coscienza a posto perché te l’abbiamo scritto.
Il mio personale consiglio per non sbagliare e non cedere alla tentazione di farti i cazzi tuoi a rischio di una discussione inutile è il seguente: 

Quando stai per fare come ti pare, pensa a Carla Bruni che canta e chiediti: è davvero necessario? 





Piccola postilla: se vuoi fare sesso anche d'inverno, assicurati che il piumone copra abbondantemente i 4 angoli del letto, preferibilmente fuoriuscendo di qualche metro dal lato destro e sinistro.



martedì 15 gennaio 2013

Tutto ciò che è Real(Time) è razionale







Tutto ciò che è Real(time) è razionale






Puoi fare finta che il problema non ti appartenga e ignorarlo, o puoi semplicemente glissare l’argomento dicendo che tu la televisione non la guardi e se la guardi è solo per vedere Report la domenica sera, ma non eliminerai il problema che è lì, davanti a te, Canale 31, Real Time.


Real Time non solo è un canale che trasmette tutti i format americani di livello più infimo ma è uno specchio sul Mondo, è la prova provata che il liberismo ha i giorni contati, che Dio è morto e che tu non ti senti molto bene. Quando pensi che gli americani abbiano veramente toccato il fondo e che tu le abbia viste ormai davvero tutte, è proprio lì che Real Time ti manda in onda la versione italiana scopiazzata dal format americano e che quindi avrà: riprese peggiori, regie peggiori, attori peggiori, scenografie peggiori, sceneggiature peggiori.


Ma andiamo ad analizzare dettagliatamente il problema, che è quello che poi ogni filosofia occidentale che si rispetti fa, e noi non vogliamo essere da meno.






Cosa è Real Time?






Il leitmotiv è sempre lo stesso: riprendere momenti di vita reali, vissuti da persone reali, in momenti reali. L’obiettivo è quello di trasmettere gli attimi più imbarazzanti e degradanti che un essere umano può vivere nell’ arco di una giornata, di un mese e addirittura di un anno. Detta così sembra una specie di esperimento voyerista ad opera di alcuni nostalgici di Sigmund Rascher, e forse lo è...Oh, Dio! Forse davvero lo è!...






Ma andiamo avanti.






Seguendo Real time per una giornata intera (se non l’avete mai fatto, vi consiglio di farlo – e non fate così, ve l’ho detto, se avessi un lavoro a tempo indeterminato non lo farei nemmeno io!) la cosa che vi destabilizzerà dopo poco è che gli americani sono tutti obesi. Questo vi porterà a non distinguerete Obesi: un anno per rinascere, da 24 ore in sala parto o Abito da sposa cercasi. Ma non scoraggiatevi; con il tempo vi abituerete e sarà un gioco da ragazzi.


Ho di seguito selezionato alcuni dei format (americani e italiani) più interessanti, supportata da ineguagliabili discussioni serali intercorse nei miei migliori cenacoli, con gli amici più colti.














Cortesie per gli ospiti






Se non fosse che a me personalmente Alessandro Borghese sta simpatico, vuoi perché ha origini napoletane, vuoi perché è il figlio di Barbara Bouchet e quindi non deve aver avuto un’infanzia facile, lo eleggerei “programma più irritante dell’anno”. Due concorrenti si sfidano ospitando per cena un esperto di cucina (Alessandro Borghese), un esperto di buone maniere (Riccardo Vannetti) e una esperta di interior design (Chiara Tonelli) e chi nel corso della serata si distinguerà per buone maniere, cucina e arredamento, si aggiudicherà il premio che consiste in niente. Ecco la prima falla. Io passo una settimana a organizzare la cena, spendo chissà quanto per assicurarmi i prodotti migliori, passo la serata con una mazza ficcata non vi dico dove, magari vinco e cosa vinco? Niente. Ma questo non è l’aspetto peggiore. Sebbene i tre giudici si facciano portatori sani di educazione e savoir faire, la cena è intervallata da riprese fuori onda in cui i tre si chiudono in camera da letto e passano un quarto d’ora a offendere tutti i commensali. Il re indiscusso di questo quarto d’ora di acidità allo stato puro è proprio quella checca del life style seguito da quella zitella frustrata dell’interior design. Complimenti. Non solo venite pagati per cenare a scrocco, ma poi avete pure da ridire se uno appoggia i gomiti sul tavolo per 30 secondi?


C’è da fare una precisazione. Sebbene l’idea portante della trasmissione delle due cene di sfida sia carina, quantomeno assicuratevi che il budget di partenza dei due sfidanti sia, non dico lo stesso, ma quasi. Una volta ho visto una puntata in cui uno degli sfidanti abitava in una villa sul lago di Como e per fare la spesa doveva prendere il motoscafo privato mentre l’altro abitava in una palazzina in centro sovraffollata. Certamente se uno si fa arrivare il caviale tutti i giorni dalla Russia potrebbe partire ‘leggermente’ avvantaggiato.


Mi sento però di spezzare una lancia in favore dei giudici e in particolar modo del life style che in realtà invidio: cari partecipanti (o aspiranti tali), lui non sa più come dirvelo, ma volete smetterla di apparecchiare mettendo le tovagliette americane sopra la tovaglia? Non è difficile: o le tovagliette o la tovaglia, ok?


Alla fine di questa cena-strazio, dopo innumerevoli insulti gratuiti travestiti da complimenti, i tre annunciano il vincitore e successivamente dispensano tre consigli, distinti in base alle diverse competenze, allo sfidante sconfitto.


Proprio come in Cortesie per gli ospiti, noi della scuola dei pressi di Miano, vogliamo dare tre distinti consigli ai giudici:


Per l’esperto di Cucina: smettila di mangiare, hai preso 30 kg da quando stai su Real Time.


Per l’esperta di interior design: il sesso a pagamento non è più un tabù nemmeno per le donne. Pensaci.


Per l’esperto di buone maniere: Mio nonno diceva “quando si mangia si combatte con la morte”. Qualche volta puoi pure stare zitto.
















Grassi contro magri






Finalmente gli americani. Grassi contro magri consiste nel rinchiudere in una villa asettica e arredata malissimo, un obeso e un anoressico per una settimana costringendo l’obeso a mangiare quello che mangia l’anoressico (in genere il caffè) e all’ anoressico quello che mangia l’obeso (patatine fritte dentro la cheese cake a colazione). Bene. Cosa dire. Il senso del programma è quello di sradicare le cattive abitudini alimentari dell’obeso affibbiandogli quelle dell’anoressico e viceversa. Tipo chiamare e pagare un nutrizionista per una settimana che dia una dieta equilibrata a entrambi, no, eh? L’aspetto più inquietante è che c’è una stessa versione del programma dedicata ai bambini e quindi uno si rende conto che ci sono dei genitori disposti a rinchiudere i figli in quella villa per una settimana per insegnargli a mangiare peggio di quanto già non facciano nelle proprie case. Un assistente sociale e un nutrizionista no, eh?
















Ma come ti vesti?






“Certo, e voi vi siete visti?” Potrebbe essere il programma-risposta a Ma come ti vesti?, trasmissione in cui Carla Gozzi ed Enzo Miccio (rispettivamente imparentati con l’interior design e il life style di cui sopra, ne sono certa), insegnano al povero malcapitato di turno ad indossare vestiti ridicoli, scomodi e in cui loro, sempre i malcapitati, non si riconoscono affatto.


Lo svolgimento è quasi identico a Cortesie per gli ospiti solo che non si mangia: i due esperti di immagine passano tre quarti d’ora ad offendere il partecipante, a schernirlo pubblicamente e poi privatamente. Quando credono di averlo tramutato da brutto anatroccolo a cigno solo perché gli hanno consegnato una carta di credito piena di soldi e tagliato i capelli la trasmissione finisce e il poveretto non avendo più la carta di credito della produzione continua ad indossare quei vestiti per giorni e giorni, anni, e pure quando saranno ormai lisi e consumati. Almeno questo è quello che immagino io.


Ma l’acme della sensibilità si raggiunge quando mettono mano all’armadio del poveretto/poveretta e cominciano a gettare i vestiti nella spazzatura. Non si fermano davanti a niente. Neanche quando il concorrente in lacrime dice: «Ti prego questa gonna no, era di mia madre che è morta!». Niente, non ne vogliono sapere. Enzo Miccio ti guarda con sdegno e al massimo aggiunge: «E non poteva morire prima di lasciartela?».


In definitiva la visione di questo programma è uno strazio continuo e ne consiglio la visione solo ai duri di cuore e ai cazzimmosi puri.
















Sepolti in casa






Non so bene se in realtà sia tutta una finzione e l’intera trasmissione è una metafora o meglio un riferimento banale e scontato al capitalismo, al potere delle multinazionali etc., all’opulenza e il consumismo di noi occidentali oppure questi veramente fanno.


Sepolti in casa racconta la storia di una persona che fino a un certo punto stava bene ed era felice e poi a seguito di un trauma comincia ad accumulare cose in casa propria fino a quando non può più nemmeno camminare o andare a dormire e le blatte la fanno da padrona. Questo per anni. Finché un giorno il figlio o la figlia o il marito o la moglie che nel frattempo si sono trasferiti a San Francisco, in una casa fantastica, facendosi i cazzi propri come se niente fosse, tipo colpiti da un fulmine a ciel sereno, si bloccano sul lettino della loro villa a Malibù con il Daiquiri frozen in mano e ricordano: «Cacchio! se mia madre nel tempo ha accumulato roba alla velocità costante di 8 scatoloni presi per strada al secondo, adesso è sepolta in casa!».


E a quel punto chiamano la Produzione televisiva per risolvere il problema, si infilano nel loro macchinone e arrivano dalla madre. La quale giustamente fa resistenza, non vuole buttare le cose che ha accumulato nel tempo, schifa la produzione, schifa il figlio che le ha anche portato a conoscere i nipoti che non ha mai conosciuto, schifa i nipoti che non ha mai conosciuto, piange, urla e si dimena.


E giustamente vuole rimanere con le sue blatte, che di sicuro sono meglio del figlio.


Signora continuate ad accumulare cose, noi dei pressi di Miano siamo d’accordo con voi. Anzi, se volete vi veniamo a dare una mano.
























Abito da damigella cercasi






Non so se negli Stati Uniti le spose sono tutte delle deficienti oppure è un caso, ma Abito da damigella cercasi è veramente una offesa al genere umano.


In questa trasmissione la sposa accompagna le sue 15 damigelle (il numero varia ma non è mai inferiore a 5) a scegliere ed acquistare gli abiti da indossare al suo matrimonio. Sarebbe tutto perfetto se non fosse che generalmente la sposa vuole vestirle come delle torte ricotta e pera e le damigelle invece vogliono vestirsi come Jessica Rabbit, un po’ perché devono trovare marito al matrimonio dell’amica un po’ perché Jessica Rabbit con il suo vestito rosso di paillettes non è solo la Coco Chanel dei Quartieri Spagnoli ma anche degli interi Stati Uniti.


La trasmissione quindi si sviluppa 20 minuti senza svilupparsi. Donne che provano vestiti osceni e orripilanti, poi litigano, poi si strappano i vestiti di mano, poi ‘l’intelligente emotiva’ del gruppo scoppia a piangere etc. Alla fine si trova un accordo e le damigelle indosseranno un vestito che è a metà tra una ricotta e pera e un vestito rosso di paillettes.



















Conclusioni






Tante e troppe sarebbero le cose da aggiungere, ma quello che più mi preme scrivere a seguito di questo utilissimo studio inutile sono i punti cruciali, i nefasti assiomi, a cui questa ricerca ci fa approdare:






- Gli americani sono tutti scemi






- Gli americani sono tutti obesi






- Noi siamo peggio degli americani perché li vogliamo imitare






- La dieta mediterranea è oggettivamente la cosa migliore che ci sia mai capitata






- Le blatte, certe volte, sono meglio delle persone