Il rapporto con il proprio luogo di
origine è di sicuro uno dei rapporti più problematici che l’uomo si trova ad
affrontare nella propria vita sin dalla nascita (salvo poi sposarsi con un
ubriacone violento o avere la madre ninfomane, che è sicuramente più problematico).
Noi dei pressi di Miano siamo in particolar modo affascinati dal rapporto
contraddittorio che vivono i napoletani con la propria città.
Di seguito un breve estratto dal
libro di riferimento “Sociologia a 5 centesimi” sull'argomento.
Sono state riportate solo le
tipologie che ho ritenuto più interessanti .
Tipologie A: Quelli che non se andrebbero
mai
Sottogruppo 1: Quelli ricchi
Grazie al cazzo. Se io avessi
una casa di proprietà a Via dei Mille e il posto auto e motorino per i 3 figli,
signora delle pulizie, badante per la nonna, baby sitter per l'ultima arrivata,
cane, giardino/terrazzo/balcone/lucernaio vista mare e scendessi in centro
quando mettiamo un Mario Rossi X a caso venisse a trovarmi nel fine settimana
da Roma e allora io lo porto a vedere Cappella San Severo, i pastori, poi una
pizza da Sorbillo, poi passeggiata sul lungomare liberato poi caffè al
Gambrinus, poi si torna a casa, una doccia veloce e ti porto ai Baretti a
Chiaia, allora sì che Napoli è la città più incredibile del mondo. Allora sì
che il cestino che scende dal balcone ti sembra uno spaccato di vita quotidiana
affascinante. E così che magicamente i palazzi fatiscenti del centro storico
diventano un paesaggio suggestivo in cui il moderno e l'antico si incontrano in
una autentica combinazione di stili (quando per esempio sempre tu, non devi
pregare Dio che non ti faccia cadere un pezzo di intonaco in testa mentre vai a
lavoro e allora preferisci camminare al centro della strada prendendoti tutte
le bestemmie degli automobilisti ma in ogni caso è più sicuro e senz'altro
sarebbe una morte più dignitosa, salvo che poi hai la presunzione di
individuare la traiettoria precisa del pezzo di intonaco e non metti in conto la
parabola e eventuali correnti del nord).
Comunque non voglio dilungarmi con
te perché ci siamo intesi. Sia ben chiaro io e tutti quelli nei pressi di Miano
ti invidiamo e ti stimiamo e continua così.
Sottogruppo 2: Quelli che resistono
Non sono tra i miei preferiti.
Preferisco i ricchi perché loro in fondo sono più onesti e soprattutto i ricchi
amano veramente questa città. I ricchi sono quelli che quando il telegiornale
trasmette una notizia spiacevole che riguarda Napoli, ci restano davvero male.
Sono quelli che quando sparano a qualcuno a Marcianise e il giornalista dice
"sparatoria a Napoli" ancora hanno la forza di dire "quella non
è Napoli, quella è provincia di Caserta!". Quelli che resistono in realtà
non amano la città ma la città non è altro che l'ennesima proiezione
dell'immagine vincente che hanno di loro stessi. Sono quelli che in fondo quasi
gli fa piacere se succede qualcosa di spiacevole in città perché loro così
possono prendere lo Smartphone, scorrere la rubrica, chiamare il primo amico
che si è dovuto trasferire a Milano e riaffermare con più forza: "no, io
non me ne vado, resisto".
Quello che generalmente
caratterizza quelli che resistono è :
- famiglia benestante
- casa di proprietà
- lavoro sicuro ben retribuito
- rapporti sociali soddisfacenti e
cerchia di amici all'interno della quale ci si è ritagliati un ruolo ben
definito.
Quelli che resistono in genere si
fanno promotori di iniziative culturalmente interessanti ma umanamente degradanti
tipo: cineforum all'aperto, reading pubblici, piece teatrali inaccessibili ai
più. In genere scomodano i Classici a secondo dei loro umori e quando sentono
dell'ennesima persona che va via da Napoli o per lavoro o per altro, lo dicono
chiaramente, o lo pensano e te lo lasciano intendere, ma quello che vogliono
esprimere è: "certo, se tutti se ne vanno, questa città la lasciamo in mano
ai delinquenti...etc". Perché invece, certo, se tu resti, i Casalesi si
distruggeranno per autocombustione quando leggerai ad alta voce Il Fu Mattia
Pascal.
Noi dei pressi di Miano oltre a
ricordarvi che non siete nati nella striscia di Gaza volevamo dirvi che non vi
invidiamo per niente. Ci fate un poco tenerezza.
Curiosità: tra i ricchi e
quelli che resistono generalmente intercorrono rapporti di amicizia. I ricchi
hanno bisogno di quelli che resistono per sentirsi meno in colpa quando
analizzando la loro posizione personale (o estratto conto) capiscono di essere
dei privilegiati, quelli che resistono hanno bisogno dei ricchi sia perché sono
ricchi e il loro salotto può sempre ospitare le loro innumerevoli iniziative,
sia perché possono parlarne male quando la loro teoria della resistenza
comincia a vacillare e allora hanno bisogno di evidenziare la posizione di
privilegio di cui godono i ricchi mentre invece loro no, per carità, resistono
sotto i ponti.
Ma c'è da aggiungere un'altra cosa.
Quelli che resistono lontano da Napoli non concluderebbero niente.
I ricchi no.
Loro sarebbero qualcuno ovunque.
Tipologia B: Quelli che non ritornerebbero
mai
Li abbiamo quasi tutti. Lo zio a
Milano, la cugina a Bergamo, il fratello a Padova. Ma noi dei pressi di Miano
ci soffermeremo sulle nuove generazioni di emigranti e non sulla nonna che vive
a Torino e che ora è leghista e mette l'articolo determinativo davanti al tuo
nome.
Quelli che non ritornerebbero mai,
i nostri amici, dopo un poco che sono stati via e ritornano in occasioni quali
per esempio il Santo Natale, quando li vediamo per giocare a carte o a tombola,
hanno un solo obiettivo: raccontarci quanto il loro tenore di vita sia
migliorato, quanto professionalmente si sentano soddisfatti, quanto ora si
rendano conto dell'arretratezza in cui hanno vissuto per anni. Quelli che non
ritornerebbero mai, neanche scendono dalla macchina che ti fanno vedere le
foto sul cellulare della nuova casa di 3 stanze che pagano 1.800 euro
ma che in proporzione a quello che pagavano per il monolocale a Napoli è tutta
un'altra storia. Poi i locali? Lì un'altra cosa, non come qui. Le donne? che ve
lo dico a fare.
Se però li osserverete bene, in
poco tempo il loro malessere si manifesterà inequivocabilmente. E potrete
capirlo da alcuni elementi:
- La Pizza. La prima cosa che
vogliono fare non appena arrivano è mangiarne una. Salvo poi costringerti in
una settimana ad andare da Sorbillo quasi tutte le sere. Loro ti diranno che
dove vivono ora è tutto perfetto, però certo, la pizza, la mozzarella, tutta
un'altra storia. Poi ti diranno anche che dove vivono ora la pizza anche è
buona, però è diversa, più sottile. Tu non credergli mai.
- "Si sta così bene, ma perché
non vieni pure tu?". Sono talmente soddisfatti che in quei 5 giorni in cui
sono qui, descrivendoti l'idillio culturale e professionale in cui si sono
ritrovati, proveranno a convincerti ad andare via con loro. "Ma perché non
ci fai un pensiero? lì potresti..." è quello che ripeteranno in maniera
ossessiva a te, agli amici in comune, ai parenti, al cane del vicino, al
pizzaiolo di Sorbillo. Tu, di nuovo non credergli mai.
- Effetto Giuliacci: lo stato su
Facebook. Se per curiosità vai un attimo sul loro profilo Facebook ti renderai
conto che il novanta per cento dei loro stati è sulle condizioni climatiche.
Dicembre: Nevica!
Gennaio: che pioggia!
Febbraio: Finalmente un po' di
sole!
Marzo: Ma è di nuovo Natale? Neve!
Aprile: questo vento non ci voleva
proprio!
Maggio: Finalmente un po' di sole
2!
E così via. Poi scorrendo la pagina
ti accorgi che non solo sono gli indiscussi campioni di Ruzzle, ma anche che
con Shazam puoi ascoltare un sacco di bella musica. Bene. Va tutto bene.
Tipologia C: Quelli che "lontan de
Napoli se moeur"
Per questa tipologia non spenderò
parole inutili ma rimando alla intera filmografia di Mario Merola. Già è stato
detto tutto.
Tipologia D: Quelli che Sognando California.
Tra i miei preferiti. Sono quelli
che nella vita tutto si aspettavano tranne che di restare a Napoli. Quelli che
magari un po' il Mondo se lo sono girati, che hanno studiato fuori, che ancora
ricordano l'Erasmus con le lacrime agli occhi, che chissà dove si immaginavano
oggi e invece la malaugurata sorte li ha costretti, vuoi per un motivo, vuoi
per un altro, a restare a Napoli o anche peggio nella provincia più remota.
Quando li incontri dopo parecchio tempo e gli chiedi "che stai
facendo?" loro la prima cosa che ti rispondono è: "Al momento sono a
Napoli". E tu te li immagini lì, con la valigia mai disfatta
completamente, con un piede a Capodichino e uno a Capodimonte e pensi: ma che
vorrà dire con "al momento"? Lascia perdere. Non vuol dire niente. Se
vuoi fare un'opera buona, va' sul loro profilo Facebook e quando scrivono con
il localizzatore che si trovano sull'Isola di Pasqua, clicca "mi
piace".
Adesso basta. Noi dei pressi di
Miano abbiamo voluto analizzare inutilmente e superficialmente alcune delle
categorie che ci stanno più a cuore in questa eterna lotta del Should I stay or should I go?
tralasciando quelli che una settimana non se andrebbero mai manco fossero 'Quelli ricchi' e la settimana successiva scapperebbero volentieri a Voghera con il
primo treno (che poi è la maggior parte del Mondo in ogni parte del Mondo, in
ogni istante). Quello che però ci preme dire è soprattutto che in definitiva,
se sei veramente felice e convinto di quello che fai e del posto in cui lo stai
facendo, di certo non sentirai l'esigenza di avvilire il prossimo nel tentativo
di convincerlo che la tua scelta è la migliore. È decisamente questa la Tipologia
che preferiamo.
Quindi ricorda, in generale: Non avvilire il prossimo tuo come te stesso.
mi tocca essere "sognando california"...
RispondiEliminaAlessandra
Forte!!! mi associo ad Ale
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